Molti iniziano a investire chiedendo alla propria banca. È comodo: hai già il conto, fai tutto da lì. Il problema è che la comodità spesso la paghi cara in commissioni e poca flessibilità.
Qui mettiamo uno di fronte all’altro conto trading su broker specializzato e conto titoli in banca tradizionale, così smetti di andare a intuito.
1. Costi di esecuzione degli ordini
Banca tradizionale
- commissioni fisse per ordine spesso tra 5 e 15 €;
- eventuale canone annuo sul dossier titoli;
- spread di mercato standard.
Broker online specializzato
- spesso 0 € di commissioni dirette su azioni/ETF, con guadagno incorporato nello spread o in altri costi;
- niente canone sul conto trading;
- maggiore trasparenza su commissioni accessorie.
Se investi somme piccole (es. 200–500 € a botta), 10 € di commissione a trade ti mangiano una fetta enorme del capitale.
2. Mercati e strumenti disponibili
Banca
- spesso accesso solo a mercati principali (Italia + qualche borsa estera);
- limitata scelta di ETF tematici/settoriali;
- raramente CFD o prodotti più avanzati.
Broker
- ampia scelta di azioni globali, ETF, indici, materie prime, criptovalute, CFD;
- possibilità di diversificare subito il portafoglio con pochi click.
Se vuoi un portafoglio internazionale serio, la banca tradizionale di solito ti sta stretta.
3. Piattaforma e user experience
Banca
- interfacce nate per i bonifici, non per tradare;
- pochi strumenti grafici e dati in tempo reale;
- mobile app spesso minimale sul lato investimenti.
Broker
- piattaforme nate per il trading: grafici, liste preferiti, alert, ordini avanzati;
- app mobile pensate per gestire il portafoglio in tempo reale;
- conto demo per testare tutto senza rischiare.
Se ti viene mal di testa solo a guardare la schermata titoli della tua banca, la differenza la senti subito.
4. Commissioni e costi nascosti
Con i broker specializzati devi controllare:
- spread;
- costi di cambio valuta;
- eventuali commissioni overnight (se usi CFD);
- commissioni di inattività.
Con le banche:
- commissioni per operazione;
- canone deposito titoli;
- costi di trasferimento titoli verso altri intermediari.
Il punto non è chi “sembra” più economico, ma quanto paghi davvero ogni anno con il tuo modo concreto di investire.
5. Fiscalità e comodità del regime
- Molte banche operano in regime amministrato: trattengono le tasse sulle plusvalenze e compensano minus/plus automaticamente.
- Molti broker esteri operano in regime dichiarativo: sei tu (o il tuo commercialista) a gestire quadro RW, RT ecc.
Se non hai voglia di gestire dichiarazioni complicate, questo aspetto pesa quanto le commissioni.
Questo paragrafo è solo informativo e non sostituisce la consulenza fiscale di un professionista abilitato.
6. Allora cosa conviene?
In pratica:
- Capitale piccolo/medio, voglia di imparare, orizzonte di lungo periodo ⇒ in genere un broker online specializzato è più efficiente.
- Profilo totalmente passivo, zero voglia di cambiare abitudini, capitali elevati, magari già seguiti da private banker ⇒ la banca tradizionale può restare comoda, ma spesso più costosa.
Se vuoi un approccio razionale, confronta 2–3 broker con i loro listini commissioni e mettili accanto alla tua banca. FinanceCompare ti serve esattamente per questo: togliere la nebbia e farti vedere i numeri, non le impressioni.






